mercoledì 13 giugno 2012

Ecco cosa sarà il Forum della Cooperazione Italiana

Sarà un evento di una giornata e mezzo a fine settembre (27 e 28 oppure 1 e 2 ottobre) a Milano (possibile location il Piccolo Teatro). Ci si aspetta una platea di almeno 500 partecipanti (fino a 900) e una lunga lista di personalità delle istituzioni e guest star dello spettacolo. Oggi alla pre-assemblea di Colomba a Milano è Iacopo Viciani, collaboratore del Ministro Riccardi, a dare le prime indiscrezioni sull’evento. Una prima mattinata in plenaria con una carrellata di interventi, il Presidente Napolitano, il Ministro di casa Riccardi, ospiti internazionali (si parla del Commissario Europeo Andris Piebalgs) e un finale con la star, un cantante, un attore? (Bono Vox? Clonney? chissà).
Nel primo pomeriggio i tavoli di lavoro sui 10 temi individuati e i paper usciti dal percorso di consultazione. Seconda mattinata con l’Italia che risponde. Il Presidente Monti, il settore privato, gli enti locali e la chiusura di slancio di Riccardi che presenterà un patto per la Cooperazione Italiana, il documento politico per il rilancio (che forse giace già sulla scrivania del Ministro).
100 posti riservati alle associazioni lombarde e altrettanti a studenti dei master italiani sulla cooperazione che verranno selezionati in questi mesi. Il Forum si arricchirà di una serie di side-events che alcune organizzazioni hanno già proposto e che potrebbero far parte di un calendario unico.
Ha ragione Viciani a dire che comunque vada sarà un successo, nel senso che alla brutta sarà una grande occasione per portare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sulla cooperazione, cosa che non avviene in grande stile da anni.
Al di la dell’evento mediatico per le ONG la sfida è quella di portare il proprio contributo significativo e la propria specificità in un contenitore che si affolla e su una tematica su cui si ritiene di detenere la scienza e il know-how. Come incidere nei gruppi della consultazione in corso dove ci si siede al tavolo con decine di rappresentanti di realtà eterogenee? Gli enti governativi, i ministeri, i sindacati, le imprese, le università, le associazioni di categoria, gli enti locali…tutti progressivamente credono di far parte del vasto panorama degli attori della cooperazione del passato e del futuro.
A giudicare dal dibattito odierno dentro Colomba, il rischio è che la frammentazione della rappresentanza delle ONG in Italia questa volta possa giocare un brutto scherzo. I tempi della consultazione sono molto contratti (poco più di un mese per interagire nei tavoli con massimo due riunioni per gruppo). Nei tavoli siedono una serie di rappresentanti indicati del mondo non governativo (da Cini, Aoi, Link, Colomba e altre realtà) o contattati direttamente dal Ministero Il tempo per ricompattarsi ed arrivare a posizioni unitarie tra le ONG è davvero poco ed è chiaro che le ONG in questa dinamica di consultazione pesano poco anche in termini numerici. Ma ha ragione anche la rappresentante di Link 2007 (Cinzia Giudici) a dire che probabilmente saremo gli unici ad avere contenuti validi da proporre e quindi si tratta di giocarsela bene all’interno dei tavoli stessi.
L’impressione è di essere stati presi un po’ in contropiede e di trovarsi dalla posizione di chi attacca a quella di rincorrere dall’altra parte del campo.
O forse ci stiamo semplicemente preoccupando troppo? Crediamo che quelle pagine che usciranno dai tavoli siano troppo determinanti sulle future politiche? Magari il Ministro ha già veramente in testa la cooperazione italiana del futuro e tutto questo processo serve a creare attesa e partecipazione?
Speriamo che non sia quest’ultima la realtà e che si riesca anche con tempi stretti a portare la visione non governativa della cooperazione sotto le luci della ribalta.
Come fare? Abbandonare (temporaneamente?) le divisioni e gli screzi e pensare all’obiettivo comune di riuscire a rappresentare il futuro dell’impegno non governativo nella cooperazione internazionale. Pensare di proporre contenuti che uniscano e non quelli che oggi dividono il nostro mondo. Lavorare (almeno questa volta) sui contenuti più che sulla visibilità e il fund raising delle singole organizzazioni. Questi potrebbero essere alcuni spunti per riuscirci. Se ne avete altri da suggerire, il dibattito è come sempre aperto.

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