
Nel primo pomeriggio i tavoli di lavoro sui 10 temi individuati e i paper usciti dal percorso di consultazione. Seconda mattinata
con l’Italia che risponde. Il Presidente Monti, il settore privato, gli enti
locali e la chiusura di slancio di Riccardi che presenterà un patto per la
Cooperazione Italiana, il documento politico per il rilancio (che forse giace
già sulla scrivania del Ministro).
100 posti riservati alle associazioni lombarde e altrettanti
a studenti dei master italiani sulla cooperazione che verranno selezionati in
questi mesi. Il Forum si arricchirà di una serie di side-events che alcune
organizzazioni hanno già proposto e che potrebbero far parte di un calendario
unico.
Ha ragione Viciani a dire che comunque vada sarà un
successo, nel senso che alla brutta sarà una grande occasione per portare l’attenzione
dell’opinione pubblica e della politica sulla cooperazione, cosa che non
avviene in grande stile da anni.
Al di la dell’evento mediatico per le ONG la sfida è quella
di portare il proprio contributo significativo e la propria specificità in un
contenitore che si affolla e su una tematica su cui si ritiene di detenere la
scienza e il know-how. Come incidere nei gruppi della consultazione in corso
dove ci si siede al tavolo con decine di rappresentanti di realtà eterogenee? Gli
enti governativi, i ministeri, i sindacati, le imprese, le università, le associazioni
di categoria, gli enti locali…tutti progressivamente credono di far parte del
vasto panorama degli attori della cooperazione del passato e del futuro.
A giudicare dal dibattito odierno dentro Colomba, il rischio
è che la frammentazione della rappresentanza delle ONG in Italia questa volta possa
giocare un brutto scherzo. I tempi della consultazione sono molto contratti
(poco più di un mese per interagire nei tavoli con massimo due riunioni per
gruppo). Nei tavoli siedono una serie di rappresentanti indicati del mondo non
governativo (da Cini, Aoi, Link, Colomba e altre realtà) o contattati
direttamente dal Ministero Il tempo per ricompattarsi ed arrivare a posizioni
unitarie tra le ONG è davvero poco ed è chiaro che le ONG in questa dinamica di
consultazione pesano poco anche in termini numerici. Ma ha ragione anche la
rappresentante di Link 2007 (Cinzia Giudici) a dire che probabilmente saremo
gli unici ad avere contenuti validi da proporre e quindi si tratta di
giocarsela bene all’interno dei tavoli stessi.
L’impressione è di essere stati presi un po’ in contropiede
e di trovarsi dalla posizione di chi attacca a quella di rincorrere dall’altra
parte del campo.
O forse ci stiamo semplicemente preoccupando troppo? Crediamo
che quelle pagine che usciranno dai tavoli siano troppo determinanti sulle
future politiche? Magari il Ministro ha già veramente in testa la cooperazione
italiana del futuro e tutto questo processo serve a creare attesa e
partecipazione?
Speriamo che non sia quest’ultima la realtà e che si riesca
anche con tempi stretti a portare la visione non governativa della cooperazione
sotto le luci della ribalta.
Come fare? Abbandonare (temporaneamente?) le divisioni e gli
screzi e pensare all’obiettivo comune di riuscire a rappresentare il futuro
dell’impegno non governativo nella cooperazione internazionale. Pensare di
proporre contenuti che uniscano e non quelli che oggi dividono il nostro mondo.
Lavorare (almeno questa volta) sui contenuti più che sulla visibilità e il fund
raising delle singole organizzazioni. Questi potrebbero essere alcuni spunti
per riuscirci. Se ne avete altri da suggerire, il dibattito è come sempre
aperto.
Nessun commento:
Posta un commento